Moto depotenziate: cosa sono e quali caratteristiche hanno
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Moto depotenziate: cosa sono e quali caratteristiche hanno

Moto Depotenziate

Rispetto ai modelli ‘full power’, le moto depotenziate rientrano in precisi limiti di potenza (in kW) e possono essere guidate dai neopatentati.

In Italia, per condurre su strada un veicolo a motore – a due o a quattro ruote – è necessario aver conseguito la relativa patente di categoria. Quest’ultima, però, non permette di guidare qualsiasi tipo di mezzo perché, in momenti diversi, sono stati imposti dei limiti. I cosiddetti ‘neopatentati‘, ossia coloro i quali hanno ottenuto la licenza di guida da meno di tre anni, non sono abilitati alla conduzione di veicoli particolarmente potenti: ciò vale sia per gli autoveicoli, sia per i motocicli. Nel secondo caso, è possibile distinguere tra moto depotenziate e ‘full power’; vediamo di seguito cosa sono le prime, quali caratteristiche hanno e con quale patente si possono guidare.

Cosa vuol dire moto depotenziata

Si definiscono “depotenziate” le moto in grado di sviluppare una potenza massima pari a 35 kW. Tale valore rappresenta la soglia massima di potenza ammessa per i neopatentati in possesso della patente di categoria A2. Nel gennaio del 2013 è entrata in vigore la normativa che regola il depotenziamento dei motoveicoli: secondo le più recenti disposizioni, è possibile ridurre la potenza della moto solo nel caso in cui questa sia inferiore o pari a 70 kW (circa 95 CV). In tal modo si è voluto evitare il fenomeno delle ‘supersportive per neopatentati’, ovvero modelli di grossa cilindrata e di elevata cavalleria depotenziate e poi ‘sbloccate’ per essere affidate a neopatentati.

In altre parole, le moto depotenziate sono quelle guidabili da chi ha appena conseguito la patente A2. Nello specifico, si tratta di motocicli la cui potenza non supera i 35 kW, che presentano un rapporto tra potenza e peso non superiore a 0,2 kW/kg e che non sono stati derivati da una versione in grado di sviluppare una potenza superiore a 70 kW. La patente A2 può essere conseguita al compimento del 18° anno di età; se si è già in possesso di una patente di categoria B, la licenza può essere ottenuta sostenendo con esito positivo il solo esame pratico di guida.

Lista moto depotenziate patente A2

Sono numerose le Case motociclistiche che offrono all’interno della propria gamma uno o più modelli depotenziati, ovvero guidabili con la patente di categoria A2.

La Aprilia, per esempio, offre la Shiver e la Dorsoduro 750, oltre alla Mana GT 850. Per quanto riguarda la BMW, invece, chi cerca modelli depotenziabili deve rivolgersi alla gamma F, in particolare: F 800 R, F 700 GS, F 800 GS e la F 800 GT; tutte montano un motore bicilindrico frontemarcia. A questi si aggiunge la BMW G 650 GS, spinta da un propulsore monocilindrico da 48 CV.

Anche le Ducati Monster 696 e 796 sono ‘convertibili’ a potenze inferiori mentre, un po’ a sorpresa, è la Harley-Davidson ad offrire la più vasta possibilità di scelta, anche da modelli di grossa cilindrata. Nel dettaglio si tratta di Street Glide, Electra Glide, Road King, Street Bob, Dyna Super Glide e Wide Glide alle quali si aggiungono anche tutti i modelli che compongono la gamma Sportster (Iron SuperLow, 883 R, Seventy-Two, Forty-Eight e 1200 Custom) che in generale si adattano meglio alle esigenze dei neopatentati, poiché sono più maneggevoli.

La Casa giapponese Honda non presenta, nel proprio listino, modelli depotenziabili ma produce un’intera gamma di moto che rientra nei limiti europei per i possessori di patente A2; si tratta delle NC 700 S, NC 700 X, CBR 500 R, CB 500 X e CB 500 F. I connazionali della Kawasaki non sono da meno grazie ad una versione depotenziata (a 95 CV) della Z 800, alle VN 900 Classic e Custom ed alla Versys 650.

Le Husqvarna TR 650 Strada e la TR 650 Terra sono i due modelli depotenziabili presenti nei listini della Casa svedese: entrambe montano un motore da 58 CV mutuato dalla BMW G 650 GS e ridimensionabile a 48 CV.

Sia la KTM che la Moto Guzzi non producono modelli di serie depotenziabili ma hanno in listino, rispettivamente, la gamma Duke e le V7 che rientrano nei parametri di legge. A completare il novero dei modelli la cui potenza può essere ridotta vi sono due Suzuki (Gladius 650 e V-Strom 650) e la gamma XT della Yamaha.

Una moto depotenziata si può ripotenziare?

Così come una moto caratterizzata dalle specifiche costruttive di fabbrica può essere depotenziata, così un modello depotenziato può essere riportato allo ‘stato’ originale.

Il depotenziamento viene in genere affidato a officine specializzate. In alternativa, può essere effettuato in prima persona, utilizzato un apposito kit dal costo di circa 200 euro. La riduzione della potenza di una moto consiste nell’applicazione di alcuni blocchi meccanici, in genere sui corpi farfallati, in grado di limitare l’apertura del gas e, di conseguenza, la potenza che il motore è in grado di sviluppare. Poiché, specie nei modelli di più recente generazione, questo parametro può essere determinato anche dalle impostazioni dell’elettronica, il depotenziamento passa – eventualmente – anche da un intervento sui cablaggi elettrici e le impostazioni della centralina.

Il processo è, ovviamente, reversibile: per ri-potenziare una moto depotenziata è sufficiente rimuovere i blocchi meccanici e ripristinare le impostazioni della centralina. Nessuno dei due interventi altera o pregiudica l’affidabilità della moto.

Diverso il discorso dal punto di vista burocratico. Per quanto riguarda la copertura assicurativa, non vi sono rischi di sorta se il conducente ha l’età minima consentita per guidare il mezzo. La potenza ridotta, invece, viene riportata sul libretto e, poiché è determinante per il calcolo dell’importo del bollo, in caso di ripristino della potenza originaria, è necessario aggiornare anche il libretto di circolazione. In caso contrario, si rischiano sanzioni di carattere amministrativo; l’articolo 78 del Codice della Strada (“Modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione“) stabilisce che chi chiunque “circola con un veicolo al quale siano state apportate modifiche alle caratteristiche indicate nel certificato di omologazione o di approvazione e nella carta di circolazione” è passibile di “sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 419 a euro 1.682“.

È bene sottolineare, infine, come sia il depotenziamento che il ri-potenziamento, siano illegali senza collaudo. Affinché la moto modificata possa circolare su strada, deve superare un collaudo presso la Motorizzazione Civile (il costo è di 80 euro); dopo di ché, la moto depotenziata a libretto può essere guidata su strada.

Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/aprilia-rs250-aprilia-rs250-bici-3287890/

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 10 Marzo 2021 12:27

Batterie al litio per auto e moto: cosa sono e come funzionano

nl pixel